La vendita sottocosto è un particolare tipo di vendita, dove il prezzo a cui viene venduto un prodotto è inferiore rispetto al prezzo di acquisto: chiaramente il guadagno del negozio che adotta questa strategia promozionale nasce dalla capacità di attirare verso il proprio esercizio un vasto pubblico che tipicamente effettuerà, oltre agli acquisti sottocosto, anche altri acquisti, i cui guadagni compensano le perdite dovute al sottocosto.

La vendita sottocosto rientra nella più ampia famiglia delle vendite straordinarie, insieme a

  • le vendite di fine stagione (saldi)
  • le vendite di liquidazione
  • le vendite promozionali

Tra tutte le formule promozionali, il sottocosto è l’unico tipo di vendita regolato per legge da una precisa normativa (oltre ai saldi).

Quali sono le regole della vendita sottocosto e che legge la disciplina?

Sostanzialmente le caratteristiche principali si possono riassumere in questo modo:

  • i prodotti sottocosto non possono essere più di 50
  • un sottocosto non può durare per più di 10 giorni
  • in un anno, si possono lanciare al massimo 3 sottocosto, non consecutivi (fanno eccezione quelli dedicati ad eventi speciali, come nuove aperture o anniversari)

La definizione leglislativa delle vendite sottocosto è esplicitata nell’articolo 15, comma 7 del decreto legislativo n. 114 del 31 marzo 1998 (Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59):

Per vendita sottocosto si intende la vendita al pubblico di uno o più prodotti effettuata ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto maggiorato dell’imposta sul valore aggiunto e di ogni altra imposta o tassa connessa alla natura del prodotto e diminuito degli eventuali sconti o contribuzioni riconducibili al prodotto medesimo purché documentati.

La disciplina legale della vendita sottocosto trova la sua espressione nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 6 aprile 2001.

Il sottocosto è sempre conveniente?

Naturalmente, come dice il nome stesso, il sottocosto permette di comprare prodotti ad un prezzo più basso rispetto a quello pagato dal negoziante in fase di acquisto (cosa che, al di fuori dei paletti imposti dal sottocosto, sarebbe classificata come concorrenza sleale e provocherebbe sanzioni), e per questo è, in assoluto, la formula foriera delle offerte più convenienti.

Ciononostante, anche il sottocosto va preso con le pinze: la vendita sottocosto permette di vendere ad un prezzo inferiore a quello di acquisto, è vero, ma questo non significa che l’offerta sia sempre vantaggiosa.

Infatti, nulla impedisce ad una catena di comprare un prodotto e offrirlo sottocosto molti mesi dopo, magari ad un prezzo solo di qualche euro più basso rispetto a quello pagato ai fornitori, ma molto più alto rispetto a quello che, nel frattempo, è diventato il prezzo di mercato.

Una catena, per esempio, potrebbe acquistare oggi un cellulare pagandolo 200 euro al proprio fornitore, e proporlo sottocosto il prossimo Natale a 199 euro, quando però quel telefono, superato da altri modelli più evoluti, potrebbe essere tranquillamente reperibile a 150 euro.

Promozioni simil-sottocosto: che differenza c’è con le promozioni sottocosto?

Il successo del sottocosto ha portato alla nascita di una lunga serie di promozioni satellite che, richiamando il sottocosto nel nome o nella forma, puntano a sfruttarne il fascino per attirare la clientela nei punti vendita.

promozioni simil sottocosto

Offerte “al costo” o promozioni come Sottofreschi, Sottotosto, Sottoprezzi, SottoCarrefour e via discorrendo sono sempre più comuni nei centri commerciali, ma a ben guardare, non essendo veri sottocosto, non sono soggetti ad alcuna regolamentazione e, di conseguenza, non garantiscono gli stessi vantaggi.

Infatti, nonostante vengano molto spesso mascherate con una durata di 10 giorni o prodotti in offerta con un numero limitato di pezzi, queste iniziative sono in tutto e per tutto promozioni classiche, capaci di portare offerte più o meno convenienti, ma non di farci acquistare prodotti sottocosto (a meno che la catena che la propone non stia trasgredendo la legge).

Tipicamente, per scoprire se una promozione di questo tipo è un sottocosto o un simil-sottocosto, è sufficiente controllare se la parola sottocosto compare mai sul volantino.